Martedì della IV settimana di Pasqua

Nel contesto della festa della Dedicazione del tempio, Gesù è interrogato dai Giudei che chiedono una dichiarazione esplicita sulla sua identità messianica. La risposta di Cristo non si limita alle parole, ma rimanda alle opere compiute nel nome del Padre: «Le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza» (Gv 10,25). Il rifiuto dei suoi interlocutori nasce da un cuore chiuso alla verità, mentre le «pecore» che lo ascoltano entrano in un rapporto di fiducia e vita eterna, custodite dalla mano del Padre e del Figlio, «una cosa sola» (Gv 10,30).
Sant’Agostino commenta: «Dio è più intimo a me di quanto io lo sia a me stesso» (Confessioni, III, 6,11), evidenziando l’unione tra il credente e Dio, tema centrale in questo brano. La fede non è adesione intellettuale, ma abbandono alla voce del Pastore che conosce e guida.
In questo mese mariano, Maria ci insegna ad ascoltare la voce di Cristo con il cuore di «pecora», come fece a Cana: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2,5). La Madre, modello di fiducia, ci guida a vivere l’unione con Dio nella quotidianità.
Attualizzazione e consigli pratici
- Ascoltare nella preghiera silenziosa: Dedica 5 minuti al giorno al Vangelo, chiedendo a Maria di aiutarti a riconoscere la voce di Cristo nelle Scritture e nelle circostanze ordinarie.
- Opere di fiducia: Affida una preoccupazione specifica alla Provvidenza, compiendo un gesto concreto di carità (es. un aiuto discreto a chi è nel bisogno), come segno di adesione alla «mano» del Padre che tutto custodisce.
La sicurezza di essere nelle mani di Dio trasforma l’incertezza in pace, anche oggi, in un mondo che cerca risposte immediate. La fede, come quella di Maria, diventa luce nelle scelte quotidiane.
VIDEO COMMENTO