15 Maggio 2025 – COMMENTO AL VANGELO (Gv 13, 16-20)

Don Alessandro FaranoBlogLeave a Comment

Giovedì della quarta settimana di Pasqua

Il brano di Giovanni 13,16-20 si colloca subito dopo il gesto della lavanda dei piedi, in cui Gesù, il Maestro e Signore, si fa servo dei suoi discepoli. In queste parole, Gesù sottolinea che «un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato». L’invito è chiaro: chi vuole essere suo discepolo deve accettare la logica del servizio e dell’umiltà, mettendo in pratica ciò che ha visto compiere dal Maestro.
Gesù richiama anche una profezia dell’Antico Testamento: «Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno» (Sal 41,10), riferendosi al tradimento di Giuda[7][8]. Questo ci ricorda che la fedeltà a Dio può incontrare l’incomprensione e persino il tradimento, ma la vera grandezza sta nel rimanere saldi nell’amore e nel servizio, come Gesù ha fatto fino alla fine.
Sant’Agostino, commentando questo passo, afferma:
«Imparate ad essere umili, voi che siete polvere. Cristo si è abbassato, perché tu imparassi a non insuperbirti» (In Ioannem, 58,4).
Nel mese di maggio, tradizionalmente dedicato a Maria, possiamo guardare a lei come modello perfetto di umiltà e servizio. Maria ha accolto la volontà di Dio con piena disponibilità, facendosi “serva del Signore” (Lc 1,38). Come Gesù, anche lei si è posta al servizio del progetto di salvezza, diventando madre per tutti noi.
Nella vita quotidiana, il brano ci invita a:

  • Accogliere con umiltà ogni occasione di servizio, anche quelle più semplici e nascoste, ricordando che «siete beati se le mettete in pratica».
  • Imitare Maria nella disponibilità e nell’ascolto, affidandoci a Dio nei momenti di difficoltà e scegliendo sempre la via dell’amore concreto verso gli altri.

Seguendo l’esempio di Gesù e di Maria, la nostra fede si tradurrà in gesti di carità e di accoglienza, rendendo visibile il volto di Dio nel mondo.

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