Sabato della quarta settimana di Pasqua

Il brano di Giovanni 14,7-14 ci presenta Gesù che rivela ai discepoli l’unità profonda tra Lui e il Padre: “Chi ha visto me ha visto il Padre”. In queste parole troviamo il cuore della fede cristiana: Dio non è lontano, ma si è fatto vicino, visibile e accessibile in Gesù. Filippo chiede di vedere il Padre, ma Gesù lo invita a riconoscere che, attraverso le sue opere e le sue parole, il volto del Padre si manifesta già pienamente.
Gesù promette poi che chi crede in Lui compirà opere ancora più grandi, perché Egli va al Padre e tutto ciò che sarà chiesto nel suo nome verrà esaudito. Questa promessa non è solo per i discepoli di allora, ma per ogni credente: la fede in Gesù apre il cuore all’azione dello Spirito e rende possibile una vita feconda di opere buone, a gloria di Dio.
Un antico salmo proclama: “Il tuo volto, Signore, io cerco” (Sal 27,8). In Gesù, questo desiderio trova risposta: il volto di Dio si lascia incontrare e amare. Sant’Agostino scriveva: “Dio si è fatto uomo perché l’uomo potesse vedere Dio” (Serm. 23).
Nel mese di maggio, dedicato alla Madonna, siamo invitati a guardare a Maria come modello di fede e di disponibilità. Come ricorda Paolo VI nell’enciclica Mense Maio, Maria è “strada che conduce a Cristo”. Il suo “sì” totale ci insegna a fidarci di Dio anche quando non comprendiamo tutto, a lasciarci guidare dalla sua presenza materna verso il Figlio.
Nella vita quotidiana, questo brano ci invita a due atteggiamenti:
- Cercare il volto di Dio in Gesù, attraverso la preghiera, la lettura del Vangelo e la partecipazione ai sacramenti, lasciandoci trasformare dal suo amore.
- Affidarci a Maria, specialmente in questo mese di maggio, recitando il Rosario e chiedendo la sua intercessione, perché ci aiuti a vivere una fede concreta e operosa, capace di portare frutto nella nostra famiglia e nella comunità.
Così, come Maria, potremo anche noi essere segno della presenza di Dio nel mondo, compiendo opere di bene nel nome di Cristo.
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