Martedì della quinta settimana di Pasqua

Nel brano di Giovanni 14,27-31a, Gesù dona ai suoi discepoli un dono prezioso e unico: la sua pace. Non si tratta di una semplice assenza di conflitti, ma di una pace profonda, che nasce dalla comunione con Dio e dalla certezza che, nonostante le difficoltà e le prove, il Signore è con noi. Gesù invita i suoi a non lasciarsi turbare né impaurire: “Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”.
La pace di Cristo è diversa da quella che offre il mondo, perché non dipende dalle circostanze esterne, ma dalla fiducia nel Padre e dall’amore che lega il Figlio al Padre: “Il mondo deve sapere che io amo il Padre e come il Padre mi ha comandato, così io agisco”. In questo amore obbediente di Gesù troviamo la sorgente della vera pace.
Questa promessa richiama le parole del profeta Isaia: “Tu manterrai saldo e in pace colui che confida in te, perché in te confida” (Is 26,3).
E sant’Agostino, commentando la pace di Cristo, afferma: “La pace vera è il bene dell’anima, la tranquillità dell’ordine, la serenità della mente, la concordia dell’amore” (Sant’Agostino, De Civitate Dei).
Nel mese di maggio, tradizionalmente dedicato alla Madonna, possiamo guardare a Maria come modello di accoglienza della pace di Cristo. Maria, anche nei momenti più difficili, ha custodito la pace nel cuore, fidandosi della volontà di Dio e accogliendo con amore il mistero del Figlio.
Nella vita quotidiana, il Vangelo ci invita:
- A cercare la pace di Cristo attraverso la preghiera e la fiducia, soprattutto nei momenti di turbamento e paura.
- A imitare Maria, affidandoci con fede alla volontà di Dio e portando pace nelle nostre famiglie e nei luoghi che viviamo.
Così, anche oggi, possiamo essere testimoni della pace che Gesù ci dona, una pace che il mondo non può togliere.
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