Giovedì della sesta settimana di Pasqua

Nel brano di Giovanni 16,16-20, Gesù prepara i discepoli a un momento di prova: “Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete”. Parla della sua imminente passione e morte, ma anche della gioia della risurrezione che seguirà alla tristezza. I discepoli sono confusi e turbati, incapaci di comprendere pienamente il senso delle sue parole; ma Gesù li invita alla fiducia, assicurando che la loro tristezza si trasformerà in gioia.
Questo mistero di dolore che si fa gioia richiama le parole del Salmo: “Il pianto può durare una notte, ma al mattino viene la gioia” (Sal 30,6). La fede ci insegna che le prove non sono l’ultima parola, perché Dio sa trasformare le lacrime in speranza.
Nel mese di maggio, dedicato alla Madonna, guardiamo a Maria come Madre della speranza e della consolazione. Lei, sotto la croce, ha vissuto la notte del dolore più profondo, ma non ha mai smesso di credere nella promessa di Dio. Maria ci accompagna nel cammino della fede, ci insegna ad attendere con fiducia che, dopo ogni “notte”, il Signore porterà una nuova luce.
Per la nostra vita quotidiana, questo Vangelo ci invita a non scoraggiarci nelle difficoltà e nelle incomprensioni. Un consiglio di fede: affidiamoci a Maria, recitiamo il Rosario in questo mese a lei dedicato, chiedendo la sua intercessione perché, come lei, impariamo a custodire la speranza anche nei momenti di prova. Così, la nostra tristezza potrà davvero trasformarsi in gioia, nella certezza che il Signore non abbandona mai chi si fida di Lui.
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