Venerdì della sesta settimana di Pasqua

Nel Vangelo di Giovanni 16,20-23a, Gesù consola i discepoli annunciando che la loro tristezza si trasformerà in gioia: “Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia… vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia”. L’immagine del parto, usata da Gesù, ci ricorda che la sofferenza, vissuta nella fede, può essere il preludio a una gioia nuova e più profonda.
Questa promessa trova eco nelle parole del profeta Isaia: “Ecco, io creo nuovi cieli e una nuova terra; non ci si ricorderà più delle cose passate, ma si godrà e si gioirà sempre di quello che sto per creare” (Is 65,17).
Così anche Maria, la Madre di Gesù, che in questo mese di maggio veneriamo in modo speciale, ha vissuto il dolore e la gioia: dal turbamento dell’Annunciazione e dal dolore sotto la croce fino all’esultanza della Risurrezione. Maria è per noi modello di fiducia e abbandono, capace di custodire la speranza nei momenti di prova.
Nella vita quotidiana, quando attraversiamo momenti di fatica o di tristezza, ricordiamo la promessa di Gesù: la sofferenza non è l’ultima parola, ma può diventare passaggio verso una gioia piena.
Un consiglio di fede: affidiamoci a Maria, chiedendole di accompagnarci nei momenti difficili e di insegnarci a confidare che, con Gesù, nessuno potrà togliere la nostra vera gioia.
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