10 Luglio 2025 – COMMENTO AL VANGELO – Lc 12,32-48

Don Alessandro FaranoBlogLeave a Comment

XIX domenica del tempo ordinario

Ci troviamo immersi nella gioia della XIX domenica del Tempo Ordinario, proprio in questo mese di agosto, spesso associato a vacanze, relax e, perché no, a un tempo prezioso per ritrovare la calma e dedicarsi alla meditazione. Il brano evangelico che oggi ci interpella è tratto dal Vangelo di Luca (Lc 12,32-48), un passo ricco di insegnamenti che ci spingono a riflettere sulla nostra fede e sul nostro modo di vivere.
Gesù, con la sua tenerezza che sempre ci accompagna, inizia con parole rassicuranti: “Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il Regno.” Quanta consolazione in queste parole! Non siamo soli, non siamo abbandonati; Dio stesso desidera donarci il Suo Regno. Ma subito dopo, ci invita a un’azione concreta: “Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove ladro non si avvicina e tarlo non consuma.” È un invito radicale, che ci scuote dalle nostre sicurezze materiali. Non si tratta necessariamente di svuotare i nostri conti bancari, ma di un atteggiamento del cuore: distaccarsi dall’effimero, da ciò che ci lega alla terra e ci impedisce di guardare al cielo.
La parabola successiva ci parla della vigilanza: “Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lampade accese; siate simili a uomini che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa.” Quante volte nella nostra vita ci lasciamo distrarre da mille impegni, preoccupazioni, o semplicemente dalla pigrizia? Gesù ci esorta a essere “pronti”, con le lampade accese, simbolo della fede che illumina il nostro cammino e ci rende visibili agli occhi di Dio e del prossimo. Questa vigilanza non è ansia, ma una serena attesa, consapevole che il Signore viene, magari nei momenti più inaspettati, e bussa alla porta del nostro cuore attraverso gli eventi della vita, le persone che incontriamo, le sfide che affrontiamo.
E se non dovessimo essere pronti? Gesù ci avverte: “A chi molto è stato dato, molto sarà richiesto; a chi molto è stato affidato, sarà chiesto di più.” Questa non è una minaccia, ma una presa di coscienza della nostra responsabilità. Abbiamo ricevuto il dono della fede, la Parola di Dio, i Sacramenti. Tutto ciò ci è stato dato non per tenerlo per noi, ma per farlo fruttare, per metterlo al servizio degli altri.
Mi viene in mente una bellissima frase di Sant’Agostino, che ben si sposa con questo brano: “Ama e fa’ ciò che vuoi. Se taci, taci per amore; se parli, parla per amore; se correggi, correggi per amore; se perdoni, perdona per amore. Abbi nel profondo la radice dell’amore, perché da questa radice non può uscire che il bene.” Questa citazione ci ricorda che la vigilanza e la prontezza di cui parla Gesù sono intrinsecamente legate all’amore. Se amiamo Dio e il prossimo, saremo sempre pronti a servirlo, a riconoscerlo nelle piccole cose, a mettere a frutto i talenti che ci ha donato. L’amore è la vera cintura ai fianchi, la vera lampada accesa.
In questo agosto di riposo e ricarica, abbiamo l’opportunità di riflettere su queste parole. Magari una passeggiata in montagna, un pomeriggio in riva al mare, o semplicemente un momento di silenzio in casa, possono diventare occasioni per “accendere la nostra lampada” e chiederci: sto mettendo a frutto i doni che Dio mi ha dato? La mia borsa è piena di tesori celesti o di ricchezze terrene che svaniranno?
Per attualizzare questo brano nella nostra vita quotidiana, ecco un semplice consiglio di fede pratica:
Prendiamoci, ogni giorno, anche solo cinque minuti per un “esame di coscienza istantaneo”. Non un momento di giudizio, ma di gratitudine e consapevolezza. Chiediamoci: “Oggi, in quale modo ho riconosciuto la presenza di Dio nella mia giornata? In quale occasione ho messo in pratica l’amore verso il prossimo, anche con un piccolo gesto, una parola di conforto, un ascolto sincero? Ho avuto la ‘cintura ai fianchi’ per affrontare con fiducia una difficoltà, o mi sono lasciato scoraggiare? La mia ‘lampada’ era accesa, ovvero ho vissuto con fede e speranza, o mi sono perso nel buio delle preoccupazioni?” Questo esercizio quotidiano ci aiuterà a vivere con maggiore consapevolezza la nostra fede, a tenere la lampada accesa e il cuore pronto per l’incontro con il Signore, che non cessa mai di bussare alla nostra porta.

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