Dedicazione delle basiliche dei Santi Pietro e Paolo

Nel martedì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario, anno C, mentre celebriamo la Dedicazione delle basiliche dei santi Pietro e Paolo, la Parola ci conduce dentro un cammino di fedeltà coraggiosa e di incontro personale con Cristo. Nella prima lettura 2 Maccabei 6,18-31 contempliamo la figura luminosa di Eleàzaro che, pur anziano, preferisce la morte all’inganno e alla profanazione della fede. Il testo dice: «2 Mac 6,28: “Lascerò ai giovani un nobile esempio, perché sappiano affrontare con prontezza una morte generosa per l’osservanza delle leggi sante.”» In queste parole vibra la dignità di una vita fondata su Dio, una vita che non si vende e non si maschera.
Il salmo responsoriale risponde come un sussurro nel cuore: «Salmo 3,6: “Io mi corico, mi addormento e mi risveglio: il Signore mi sostiene.”» È la fede di chi attraversa la notte senza temere, perché sa che il Signore è roccia e scudo; la stessa fede che animava Eleàzaro nel suo martirio e che oggi celebriamo nei grandi apostoli Pietro e Paolo, fondamento visibile della Chiesa.
Nel Vangelo «Luca 19,1-10» incontriamo Zaccheo, piccolo di statura ma grande nel desiderio di vedere Gesù. Il testo dice: «Lc 19,5: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua.”» È il rovesciamento totale: l’uomo che sale sull’albero per osservare Gesù dall’alto viene chiamato a scendere per lasciarsi osservare e visitare da Lui. Così inizia ogni vera conversione: non quando guardiamo Dio, ma quando accettiamo che Dio guardi noi.
In questa memoria liturgica delle basiliche dei santi Pietro e Paolo, la Parola ci ricorda che la Chiesa non è fatta solo di pietre, ma di persone raggiunte da Cristo e trasformate da Lui. Pietro che rinnega e poi ama fino al dono totale, Paolo che perseguita e poi annuncia con ardore: entrambi hanno lasciato che Gesù “entrasse in casa loro” come Zaccheo, entrambi hanno abbandonato la logica del mondo per scegliere la roccia della fede. Dice sant’Agostino: «Dio non ti chiede di salire, ma di aprirti, e Lui entrerà per elevarti.»
E nella nostra vita quotidiana, come rendere viva questa Parola? Prova oggi un gesto molto semplice: apri una porta. Non una porta di legno, ma quella del cuore a un incontro, a un perdono, a un ascolto. Eleàzaro ti insegna la fedeltà, Zaccheo l’apertura alla sorpresa di Dio, Pietro e Paolo il coraggio della trasformazione. Scegli una piccola decisione concreta che dica: “Signore, oggi puoi fermarti a casa mia.” È così che la tua vita diventa una basilica viva, un luogo dove Dio può abitare e attraverso cui può raggiungere altri.
𝗜 𝗡𝗢𝗦𝗧𝗥𝗜 𝗖𝗔𝗡𝗔𝗟𝗜
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