20/11/2025 – COMMENTO AL VANGELO – Lc 19,41-44

Don Alessandro FaranoBlogLeave a Comment

Giovedì della XXXIII settimana del tempo ordinario

Nel giovedì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario anno C, la Parola ci porta a contemplare un Dio che purifica ciò che è suo e un cuore umano chiamato a non accontentarsi dell’apparenza religiosa ma a cercare la verità interiore. Nella prima lettura 1 Mac 2,15-29, Mattatia rifiuta di sacrificare agli idoli e proclama: «1 Mac 2,22: “Noi non disobbediremo agli ordini del re per deviare dalla nostra religione né a destra né a sinistra.”» È la fede che non si vende, che non cede al compromesso, che preferisce il rischio della minoranza alla comodità della menzogna. Nel salmo responsoriale rispondiamo con le parole del Salmo 49: «Sal 49,14: “Offri a Dio un sacrificio di lode e sciogli all’Altissimo i tuoi voti.”» È come se il salmista ricordasse che il vero sacrificio, quello che Dio desidera, non è un rito vuoto ma il cuore che torna a Lui, la fedeltà che non si stanca.

Nel Vangelo Lc 19,41-44, Gesù si avvicina a Gerusalemme e piange su di essa: «Lc 19,42: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, ciò che porta alla pace!”» È un pianto che attraversa i secoli: il Figlio di Dio guarda l’amata città e vede che il cuore del popolo non riconosce il tempo in cui è visitato. Il contrasto è forte: Mattatia riconosce il momento della fedeltà, mentre Gerusalemme non riconosce il suo Salvatore. Il salmo, di nuovo, fa ponti: Dio non vuole solo gesti esteriori, vuole che il popolo riconosca “ciò che porta alla pace”.

I Padri della Chiesa hanno spesso meditato su questo pianto di Gesù. Sant’Ambrogio diceva: «Non è Gerusalemme che piange, ma il Signore che piange per Gerusalemme.» È l’immagine di un Dio che non si rassegna ai nostri smarrimenti, di un amore che soffre quando non è accolto.

E allora oggi la domanda scende dentro di noi: sto riconoscendo il tempo in cui il Signore mi visita? Perché anche a noi Dio offre momenti di verità, di richiamo, di purificazione, e noi rischiamo di non vederli, presi dalle nostre abitudini. Mattatia ci insegna la fermezza, Gerusalemme ci avverte del rischio della cecità, il salmo ci ricorda che la vera offerta è il cuore.

Per questo, un consiglio di fede pratica: oggi prova a fare un piccolo atto di discernimento. Fermati cinque minuti e chiediti: “Qual è la chiamata di Dio oggi per me? In quale punto della mia vita mi sta visitando e io rischio di non accorgermene?” Scegli un gesto concreto che dica “sì”: una rinuncia a un compromesso, una parola data e mantenuta, un momento di preghiera che riordina il cuore. È così che si custodisce la pace che Gesù voleva donare a Gerusalemme, ed è così che impariamo a non perdere il tempo della sua visita.

𝗜 𝗡𝗢𝗦𝗧𝗥𝗜 𝗖𝗔𝗡𝗔𝗟𝗜

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