22/11/2025 – COMMENTO AL VANGELO – Lc 20,27-40

Don Alessandro FaranoBlogLeave a Comment

Sabato della XXXIII Settimana del Tempo Ordinario

Oggi, nella memoria di santa Cecilia, martire e vergine, ascoltiamo nella Parola un richiamo forte al testimone che non fugge, ma rimane saldo fino alla fine: nella prima lettura, 1 Mac 6,1-13, vediamo come il re Antioco minacci la fede e la santità, e come il popolo dei Maccabei resista, denunciando la profanazione e difendendo il vero culto: «1 Mac 6,11: “Allora essi si alzarono e con forza rifiutarono di pervertire la loro fede.”» Questo coraggio ricorda molto la vocazione di santa Cecilia, donna che già nei primi secoli ha scelto di testimoniare Cristo con la vita, fino al martirio.

Il salmo responsoriale, Salmo 9,2-3.4.6.16.19, risuona come un ringraziamento fiducioso: «Sal 9,2: “Con tutto il cuore ti celebrerò, Signore; racconterò tutte le tue meraviglie”; Sal 9,6: “Hai seduto il giudizio in mezzo al trono; tu giudichi con giustizia.”» Anche nei momenti di prova, il salmista non smette di cantare la salvezza di Dio, di riconoscere che Egli non abbandona chi lo cerca con sincerità.

Nel Vangelo, Luca 20,27-40, Gesù risponde ai sadducei sul tema della risurrezione: parla della vita che non finisce con la morte, di Dio che è Dio dei viventi, non dei morti. Dice infatti: «Luca 20,38: “Dio non è Dio di morti ma di viventi; perché per lui tutti vivono.”» È la promessa che dà senso anche al sacrificio dei martiri: non una fine tragica, ma un’entrata nella vita divina.

C’è dunque un legame profondo tra le letture e santa Cecilia: come i Maccabei, ella non si piegò alla mondanità; come il salmista, cantò la fedeltà di Dio anche quando la morte era vicina; come Gesù, credeva nella sorgente di vita che va oltre la tomba. Sappiamo, come dice Tertulliano, che “martyr est testis”: il martire è colui che rende testimonianza, anche a costo della vita.

E nella nostra vita di tutti i giorni, che cosa significa raccogliere questa eredità? Significa donare la nostra “musica”: non solo con le note o con la voce, ma col modo in cui viviamo la fede: essere coerenti, avere il coraggio di scegliere il bene anche quando è impopolare, testimoniare con le nostre scelte che Dio è più importante di tutto. Il consiglio pratico è questo: oggi, in un momento di silenzio, dedica del tempo a ringraziare Dio per la tua vocazione — qualunque sia — e impegnati in un piccolo atto di fedeltà: può essere una preghiera costante, un perdono, un gesto di carità. È così che, come santa Cecilia, diventiamo testimoni veri della presenza di Dio nel mondo.

𝗜 𝗡𝗢𝗦𝗧𝗥𝗜 𝗖𝗔𝗡𝗔𝗟𝗜

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