24/11/2025 – COMMENTO AL VANGELO

Don Alessandro FaranoBlogLeave a Comment

Lunedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario

Nel lunedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario anno C, mentre ricordiamo i Santi Andrea Dung-Lac e compagni martiri, la Parola ci conduce nel clima dell’ultima attesa, quella in cui la fede non è teoria ma scelta quotidiana, spesso coraggiosa, a volte dolorosa. Nella prima lettura, il profeta Daniele parla di una visione di potenze che si succedono e di un male che sembra dominare, ma alla fine afferma: Daniele 1,17: “A questi quattro giovani Dio concesse scienza e comprensione… e a Daniele il dono dell’interpretazione.” È un piccolo segno che dice che, anche quando la storia sembra in mano ai potenti, Dio accompagna, sostiene e illumina i suoi fedeli. Il male non ha l’ultima parola, perché Dio è presente anche nell’esilio, anche nella prova. Il salmo responsoriale ci invita a non perdere lo sguardo rivolto al cielo: Daniele 3,53: “Benedetto sei tu, Signore, Dio dei nostri padri.” È il canto dei tre giovani nella fornace, un canto paradossale: lodano Dio mentre bruciano, testimoniano fedeltà mentre tutto intorno sembra crollare. È lo stesso spirito dei martiri vietnamiti, che sotto persecuzione cantavano inni, custodivano la fede e non rinunciavano al Vangelo anche davanti alla morte.

Nel Vangelo Gesù ci mostra la scena della povera vedova: Luca 21,3: “In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha messo più di tutti.” Non conta la quantità, ma il cuore; non conta ciò che vedono gli uomini, ma ciò che Dio vede nella profondità. La vedova non dà del superfluo, dà di sé. Il suo gesto è il simbolo della fiducia totale, ed è ciò che unisce Daniele e i suoi compagni, i tre giovani nella fornace, i martiri che oggi ricordiamo: tutti hanno dato non qualcosa, ma tutto. Come dice sant’Ireneo: «La gloria di Dio è l’uomo vivente, e la vita dell’uomo è la visione di Dio.» La vedova vive perché dona, i martiri vivono perché hanno riconosciuto la vera ricchezza, quella che nessuna persecuzione può togliere.

La Parola di oggi ci pone una domanda semplice e radicale: cosa sto offrendo al Signore? Una parte di me, o me stesso? Un po’ del mio tempo, o il cuore? La vedova ci insegna che non servono grandi mezzi per essere grandi agli occhi di Dio; serve un amore vero, totale, libero dal calcolo.

E allora, nella vita quotidiana, un consiglio di fede pratica: oggi dona qualcosa che ti “costa” un po’, non in senso materiale, ma nel cuore. Dona un gesto di pazienza dove ti viene difficile, una parola buona dove ti nasce un giudizio, un tempo gratuito dove preferiresti correre altrove. Fai come la vedova: metti nel “tesoro” di Dio qualcosa di autentico, di vivo, di vero. È così che diventiamo testimoni, e un po’ anche martiri, nel piccolo: perché amando senza misura, rendiamo visibile la presenza di Dio nel mondo.

𝗜 𝗡𝗢𝗦𝗧𝗥𝗜 𝗖𝗔𝗡𝗔𝗟𝗜

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