25 Novembre 2025 – COMMENTO AL VANGELO

Don Alessandro FaranoBlogLeave a Comment

Martedì della XXXIV settimana del tempo ordinario

Nel martedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario anno C, la liturgia ci porta dentro un clima di rivelazione e di vigilanza, chiedendoci di imparare a leggere il tempo con gli occhi della fede. Nella prima lettura, Daniele si trova davanti a un mistero che supera l’intelligenza umana: Daniele 2,28: “C’è un Dio nel cielo che rivela i misteri.” È come se la Scrittura ci ricordasse che, quando gli eventi sembrano confusi, quando la storia appare come una statua fragile – splendida all’apparenza ma destinata a crollare – solo Dio è la roccia che rimane. E Daniele lo proclama con una semplicità disarmante: ogni sapienza viene dall’alto, non dall’abilità dell’uomo. Il salmo responsoriale riprende questo sguardo di lode e fiducia: Daniele 3,57: “Opere tutte del Signore, benedite il Signore.” È un invito a riconoscere che tutto ciò che esiste, persino ciò che non comprendiamo, può diventare un canto alla fedeltà di Dio. I tre giovani nella fornace cantano non perché sono salvi, ma perché sanno che Dio è con loro anche nel fuoco: una fede che non aspetta condizioni favorevoli per lodare, ma che loda proprio quando è messa alla prova.

Nel Vangelo, Gesù ci porta a guardare più a fondo: Luca 21,6: “Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra.” Non è un annuncio di paura, ma una liberazione dalle illusioni. Le cose che riteniamo indistruttibili non lo sono. Le sicurezze che costruiscono il nostro orgoglio possono cadere. È allora che risuona l’invito più bello e più difficile: Luca 21,8: “Badate di non lasciarvi ingannare.” Non lasciarsi ingannare dal rumore del mondo, dalle paure, dai presunti salvatori, dai segni che agitano ma non parlano di Dio. E più avanti Gesù indica il cuore della vera forza: Luca 21,19: “Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.” Non con l’ansia, non con il controllo, non con il calcolo, ma con la fedeltà. San Gregorio Magno dice: «La Scrittura cresce con chi la legge.» E cresce soprattutto quando, nei momenti di confusione, osiamo restare, osiamo fidarci, osiamo perseverare.

Tutta la Parola di oggi ci conduce a una domanda semplice e radicale: qual è la mia roccia? Su che cosa sto costruendo davvero la mia vita? Daniele ci insegna a cercare luce dall’alto, i tre giovani a benedire anche nel fuoco, Gesù a non lasciarci turbare ma a perseverare.

Per questo, nella vita quotidiana, un consiglio di fede pratica: oggi scegli consapevolmente un atto di perseveranza, qualcosa che normalmente tenderesti a rimandare o abbandonare. Può essere un tempo breve ma fedele di preghiera, un gesto di pazienza con una persona difficile, la scelta di non cedere allo scoraggiamento davanti a un problema. Sii costante in un piccolo bene: è lì che la tua vita si salva, un giorno alla volta, mattone dopo mattone, pietra dopo pietra, ma questa volta su una roccia che non crollerà.

𝗜 𝗡𝗢𝗦𝗧𝗥𝗜 𝗖𝗔𝗡𝗔𝗟𝗜

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