2 Dicembre 2025 – COMMENTO ALLA PAROLA

Don Alessandro FaranoBlog

MARTEDI DELLA I SETTIMANA DI AVVENTO

Nel silenzio che precede il cenno luminoso dell’Avvento potrei osservarmi come un viandante che inizia un nuovo cammino: l’inizio di un nuovo anno liturgico non e solo un contrassegno sul calendario, ma un invito a rinnovare lo sguardo, ad approdare all’ascolto. Le letture di oggi sembrano dirci che Dio non entra nella storia come un’ombra lontana, ma come promessa che germoglia, come speranza che gia ora abita nelle crepe del nostro atteso. Il salmo responsoriale “Nei suoi giorni fioriranno giustizia e pace” (Sal 71) ci lascia come una promessa sospesa fra cielo e terra: non una pace vaga, ma una pace che germoglia nel regno di Dio, una giustizia che non e solo dominio, ma liberazione per i poveri (Sal 71,1–4). In quel salmo un re giusto, mandato da Dio, giudica con verita e sostiene i deboli: e immagine messianica che trova compimento in Cristo, il Re che viene per salvare.

Cosi nella prima lettura – e nei profeti – percepiamo che il Signore viene, prepara vie, rivolge lo sguardo al suo popolo che attende. E il salmo ci raduna in questo orizzonte: “nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace” (Sal 71,7). C’e un intreccio: l’attesa del Messia e il germoglio della pace in mezzo a noi. Sant’Agostino ricorda che «Dio e piu intimo a me di me stesso» — e se Dio viene, viene fino al cuore che si apre, viene a trasformare l’interiorita. Allo stesso modo i padri accentuano che attendere non e stato passivi, ma e offrire al Signore un cuore vigilante, disponibile, plasmato nella fiducia.

All’inizio dell’anno liturgico siamo chiamati a tornare al punto zero dell’attesa: non sappiamo quale sara il percorso che il Signore prendera nel nostro anno, ma sappiamo che chi cammina con Lui non rimane smarrito. Il tempo d’Avvento e tempo di metamorfosi interiore: giorni in cui possiamo ridestare la speranza spenta, spianare gli angoli del nostro cuore, preparare la via al Signore, come il deserto che si appiana.

E adesso una parola concreta per ciascuno: nel cammino quotidiano, fai attenzione ai “semi di pace” che Dio pone nei gesti semplici: una parola gentile, un perdono offerto, un ascolto silenzioso. Dedica ogni giorno un breve momento a quel “nulla” vitale: stare in silenzio davanti al Signore, con il respiro del cuore rivolto a Lui. Chiedi che nei tuoi giorni fioriscano giustizia e pace, non come utopia, ma come scelta concreta nei rapporti: cerca la riconciliazione, sii segno di perdono, accogli il povero, difendi chi e oppresso. Cosi l’attesa di Cristo diventa presenza attiva nella tua vita: il Re che viene e il Re che abita in te e ti chiama a costruire – un piccolo frammento alla volta – il suo regno nel mondo che cammina con te. Maranatha.

𝗜 𝗡𝗢𝗦𝗧𝗥𝗜 𝗖𝗔𝗡𝗔𝗟𝗜

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