Martedì della XIV settimana del tempo ordinario

Il brano evangelico di Matteo 9,32-38 ci presenta due immagini potenti: da un lato la liberazione del muto indemoniato, che dopo la cacciata del demonio comincia a parlare, suscitando stupore e meraviglia; dall’altro, Gesù che percorre città e villaggi, insegnando, predicando e guarendo, ma soprattutto mostrando una profonda compassione per le folle “stanche e sfinite come pecore senza pastore”. Questa compassione è il cuore del messaggio: Gesù non si limita a compiere miracoli, ma si prende cura delle persone nella loro condizione più fragile, incarnando l’amore del Padre.
Nel mese di luglio, dedicato al Preziosissimo Sangue di Gesù, è bello ricordare come quel Sangue versato sia segno supremo di liberazione e redenzione. San Giovanni Crisostomo affermava: «Il Sangue di Cristo e la sorgente della nostra salvezza, il prezzo con cui siamo stati riscattati»; così come nel brano vediamo Gesù liberare dalla schiavitù del male, il suo Sangue continua a purificare e a dare voce a chi era muto, a chi era prigioniero del peccato e della disperazione.
Il richiamo finale di Gesù ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il Signore della messe perche mandi operai nella sua messe!», ci invita a non essere spettatori passivi ma a diventare collaboratori nella sua opera di salvezza. Come suggerisce il Salmo 23, il Signore è il nostro Pastore che ci guida e sostiene, ma ci chiama anche a essere pastori per gli altri.
Nella vita quotidiana, questo brano ci spinge a coltivare una fede attiva e concreta: non basta stupirsi delle opere di Dio, ma dobbiamo aprire il nostro cuore alla compassione verso chi è stanco, solo, senza guida. Un consiglio pratico è quello di dedicare ogni giorno un momento di preghiera per chiedere al Signore di farci diventare “operai” della sua messe, cioè testimoni vivi del suo amore, capaci di portare speranza e parola di vita nelle piccole realtà che ci circondano. Solo cosi il Preziosissimo Sangue di Gesu potrà realmente trasformare il mondo, a partire dal nostro quotidiano.
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