Mercoledì della XIV settimana del tempo ordinario

Nel brano di Matteo 10,1-7, vediamo Gesù che chiama i suoi dodici discepoli e da loro autorità per scacciare gli spiriti impuri e guarire ogni malattia. Questo momento è fondamentale perché segna l’inizio della missione pubblica dei discepoli, chiamati a portare la Buona Novella con coraggio e fiducia. Gesù non li invia da soli, ma con un potere che viene da Lui, un potere che non è umano, ma divino, capace di vincere il male e portare guarigione e liberazione.
In questo invio, si percepisce il cuore stesso della missione cristiana: non si tratta solo di parole, ma di azioni concrete che manifestano la presenza del Regno di Dio. I discepoli sono inviati “a predicare che il regno dei cieli e vicino” (v.7), un annuncio che chiama alla conversione e alla speranza.
Il mese di luglio, dedicato al Preziosissimo Sangue di Gesù, ci aiuta a comprendere più a fondo il significato di questa missione. Il sangue di Cristo è il segno supremo del suo amore e della sua vittoria sul male. Come dice sant’Ambrogio, “Il sangue di Cristo è la sorgente della nostra redenzione, il pegno della nostra salvezza” (De Sacramentis). E’ proprio questo sangue prezioso che da forza e autorità ai discepoli e a ciascuno di noi per affrontare le sfide della vita con fede e coraggio.
Oggi, anche noi siamo chiamati a essere testimoni di questo amore, portando la luce di Cristo nelle situazioni quotidiane, nelle relazioni familiari, nel lavoro, nelle difficolta. Il consiglio di fede pratica che possiamo trarre da questo brano è di non temere mai di affidarsi al potere del Sangue di Gesù: pregare ogni giorno con fiducia, chiedendo che quel Sangue ci protegga, ci guarisca e ci renda strumenti di pace e di amore.
Ricordiamo sempre che la missione cristiana non è un peso, ma una grazia: siamo inviati non per nostra forza, ma per quella forza che scaturisce dal cuore trafitto di Cristo, dal suo Preziosissimo Sangue versato per noi.
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