Martedì della XV settimana del tempo ordinario

Il brano evangelico di Matteo 11,20-24 ci presenta un momento intenso in cui Gesù rivolge una severa ammonizione alle città di Corazín, Betsaida e Cafarnao, luoghi dove aveva compiuto molti miracoli ma che non si erano convertiti. Gesù esprime il suo dispiacere per la durezza dei loro cuori, sottolineando un principio fondamentale: “a chi molto è dato, molto sarà richiesto”. Egli paragona la loro mancata conversione a quella di città pagane come Tiro, Sidone e perfino Sodoma, affermando che queste ultime, se avessero visto i miracoli compiuti in quelle città, si sarebbero pentite da tempo, mentre quelle città non lo hanno fatto.
Questo rimprovero ci invita a riflettere sul dono della grazia e sulla responsabilità che ne deriva. Nel mese di luglio, dedicato al Preziosissimo Sangue di Gesù, possiamo meditare sul valore redentore di quel Sangue versato proprio per la salvezza di tutti, anche di coloro che rifiutano il dono della conversione. San Giovanni Crisostomo ci ricorda: «Il Sangue di Cristo è il pegno della nostra salvezza, la fonte di ogni misericordia e la vittoria sul peccato». È proprio questo Sangue che ci chiama a rispondere con un cuore aperto e umile, nonostante le nostre fragilità.
Nel contesto attuale, questo passo evangelico ci esorta a non dare mai per scontato il cammino di fede. La sfida quotidiana è riconoscere i tanti “miracoli” di grazia che Dio opera nella nostra vita – piccoli segni di amore, di perdono, di presenza – e rispondere con conversione sincera. Un consiglio pratico di fede è quello di coltivare ogni giorno un momento di silenzio e preghiera, per chiedere al Signore la grazia di un cuore umile e disponibile, capace di accogliere la sua Parola e il dono del suo Sangue prezioso. Solo così potremo vivere da autentici testimoni della misericordia divina, evitando di cadere nella durezza che Gesù rimprovera alle città del Vangelo.
In definitiva, il brano ci ricorda che la salvezza è un dono che richiede una risposta viva e concreta: non basta vedere i segni, ma è necessario lasciarsi trasformare da essi, imparando da Gesù, che ci invita a portare un giogo dolce e un peso leggero, segno della sua misericordia e del suo amore infinito.
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