19 Luglio 2025 – COMMENTO AL VANGELO – Mt 12,14-21

Don Alessandro FaranoBlogLeave a Comment

Sabato della XV settimana del tempo ordinario

Il brano di Matteo 12,14-21 ci presenta Gesù che, di fronte all’ostilità dei farisei, sceglie di allontanarsi senza rispondere alla violenza con la violenza. Matteo riconosce in questo atteggiamento il compimento della profezia di Isaia: «Non contenderà, né griderà, né si udrà sulle piazze la sua voce. La canna incrinata non spezzerà, non spegnerà il lucignolo fumigante, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni». Gesù è il Servo mite e umile, che porta la giustizia non con la forza o il clamore, ma con la pazienza e la misericordia.
Questa profezia di Isaia (Is 42,1-4) viene ripresa da Matteo per sottolineare come la missione di Gesù sia segnata dalla compassione: Egli non spezza la canna già incrinata, non spegne il lucignolo che ancora fuma, ma si prende cura di chi è fragile e ferito. In questo stile riconosciamo la logica del Vangelo, che non esclude nessuno, ma si fa vicino a chi è più debole.
Nel mese di luglio, dedicato al Preziosissimo Sangue di Gesù, siamo invitati a contemplare il prezzo della nostra redenzione: «Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e l’oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia» (1Pt 1,18-19). Il sangue versato da Gesù sulla croce è il segno supremo della sua mitezza e del suo amore che salva, anche quando viene rifiutato o perseguitato.
Santa Caterina da Siena, grande devota del Sangue di Cristo, ci ricorda: «Nel sangue di Cristo troviamo la misericordia, la vita, la pace». Il sangue di Gesù ci invita a non rispondere mai al male con il male, ma a lasciarci trasformare dalla logica della misericordia.
Nella vita quotidiana, questo Vangelo ci chiede di imitare la pazienza e la mitezza di Gesù, specialmente nelle situazioni di conflitto o incomprensione. Un consiglio di fede pratica: quando ci sentiamo feriti o tentati di reagire con durezza, fermiamoci un attimo e chiediamo a Gesù, con una breve preghiera, di donarci il suo cuore mite e il suo sguardo misericordioso. Così, anche noi potremo essere strumenti di pace e di speranza, non spegnendo mai il poco di bene che troviamo negli altri, ma aiutandolo a crescere con discrezione e amore.

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