Santi Marta, Maria e Lazzaro

Nel brano di Giovanni 11,19-27 ci troviamo davanti a uno dei momenti più luminosi del Vangelo: l’incontro tra Gesù e Marta, mentre il dolore per la morte di Lazzaro sembra aver spento ogni speranza. Ma proprio da questo dolore nasce la più grande professione di fede di Marta: “Io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo” (Gv 11,27). Gesù si rivela come “la risurrezione e la vita”, mostrando che la fede non è solo consolazione, ma trasformazione radicale dell’esistenza.
Un’eco dell’Antico Testamento che risuona in questo episodio si trova nelle parole di Giobbe: “Io so che il mio Redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere” (Gb 19,25). Il grido di speranza di Giobbe anticipa la professione di Marta, mostrando che la fede biblica non elimina il lutto, ma lo attraversa con fiducia nella vittoria di Dio sulla morte.
La memoria liturgica dei Santi Marta, Maria e Lazzaro sottolinea oggi il loro ruolo di amici e testimoni intimi di Gesù. Nella casa di Betania, Gesù trovava accoglienza, ascolto e affetto: Marta si impegnava nel servizio, Maria nella contemplazione, Lazzaro nell’esperienza viva della resurrezione. La Chiesa, rinnovando la memoria comune dei tre fratelli, ci invita a riscoprire l’importanza della famiglia, dell’amicizia e della fede che si fa concreta nella vita di ogni giorno.
Sant’Agostino, commentando questa pagina, osservava: “Le parole di Cristo sono per noi vita eterna; chi vive e crede in lui non morirà mai. Affrettiamoci, dunque, a credere in lui, per essere erediti della vita che egli ci promette”. La fede di Marta diventa così modello di quel credere che trasforma il cuore e la quotidianità.
Come Marta, anche nella fatica e nella sofferenza siamo chiamati a rinnovare ogni giorno la nostra fiducia: “Credi tu questo?”. È una domanda che Gesù rivolge a ciascuno. Un consiglio di fede pratica: davanti alle incertezze e ai piccoli “lutti” della vita, fermiamoci e ripetiamo come Marta: “Signore, io credo”. E dimostriamo questa fede con gesti concreti di accoglienza, ascolto e servizio verso chi ci sta accanto. Così, ogni casa potrà essere come Betania: un luogo di speranza, amicizia e resurrezione quotidiana.
VIDEO COMMENTO
TUTTO DI NOI

