Venerdì della XVII settimana del tempo ordinario

Il brano di Matteo 13,54-58 ci presenta il ritorno di Gesù nella sua patria, Nazaret, dove insegna nella sinagoga ma viene accolto con incredulità e scandalo. La gente, che lo conosce come il figlio del falegname, fatica a riconoscere in lui il profeta e il messia, incapace di accettare che la sapienza e i miracoli possano provenire da uno a loro noto. Gesù stesso afferma: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua», sottolineando come spesso la familiarità intimorisca la fede e impedisca di vedere la grandezza divina nascosta nel quotidiano.
Questa situazione ci richiama le parole del profeta Geremia: «Il profeta non è onorato nella sua città» (Geremia 1,5), e invita a una riflessione profonda sulla nostra apertura alla Parola di Dio, specialmente nella vita di tutti i giorni, dove il Signore spesso parla attraverso persone e circostanze apparentemente comuni.
In questo mese di agosto, tradizionalmente segnato da un lento ritmo di vacanze e relax, siamo invitati — anche grazie alla memoria liturgica di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, grande maestro di spiritualità e riflessione — a non abbandonare l’ascolto attento della Parola di Dio. Le pause estive sono infatti un’occasione ideale per immergerci nella meditazione, lasciarci sorprendere da ciò che il Signore ci comunica e dissolvere l’incredulità che può nascere dalla familiarità o dalla routine.
Per la vita quotidiana, il messaggio di questo brano è molto chiaro e pratico: non lasciare che la vicinanza o l’abitudine spengano la tua fede e il tuo stupore per le opere di Dio. Come suggerisce Sant’Alfonso, coltivare la fiducia e la docilità allo Spirito, anche quando tutto sembra scontato o familiare, permette di scoprire ogni giorno la novità e la bellezza della grazia divina. Un consiglio concreto è dedicare qualche momento di silenzio e preghiera nelle giornate estive, per aprire il cuore a Dio e rinnovare la capacità di ammirare la sua presenza anche nelle persone e nelle situazioni più vicine a noi.
In questo modo, seguendo l’esempio di Gesù e dei santi, sapremo superare il “disprezzo” della vicinanza e riconoscere la santità che si nasconde nel quotidiano.
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