Sabato della settima settimana di Pasqua

Nel brano evangelico di Giovanni 21,20-25, Pietro, appena riconciliato con il Signore, si preoccupa del destino di Giovanni, il discepolo che Gesù amava. Gesù risponde con parole che invitano Pietro a concentrarsi sulla propria missione: “Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi”. Questa risposta sottolinea che ogni discepolo ha una vocazione unica e personale, e non deve confrontarsi con il cammino degli altri.
San Francesco di Sales, ricordando la delicatezza della relazione tra Dio e ogni persona, scrive: “Dio vuole che ciascuno viva secondo la propria vocazione, senza invidiare quella degli altri”. Questo insegnamento ci aiuta a comprendere che la fedeltà a Dio non consiste nell’imitare gli altri, ma nel seguire Gesù con sincerità e libertà, lasciandoci guidare dal suo amore.
Nell’Antico Testamento, il Salmo 139 ci ricorda che Dio ci conosce intimamente: “Signore, tu mi scruti e mi conosci” (Sal 139,1). Questo versetto ci invita a confidare nel fatto che il Signore ci chiama ciascuno per nome, secondo il suo progetto d’amore.
Nel mese di giugno, tradizionalmente dedicato al Sacro Cuore di Gesù, questo brano assume un significato ancora più profondo. Il Cuore di Gesù, simbolo dell’amore infinito di Dio, ci invita a rispondere con generosità e fiducia alla sua chiamata, senza guardare agli altri con invidia o preoccupazione, ma affidandoci totalmente al suo disegno.
Nella vita quotidiana, un consiglio di fede che possiamo vivere è: dedica ogni giorno un momento di preghiera per chiedere al Sacro Cuore di Gesù la grazia di riconoscere e accogliere la tua vocazione, vivendo con gioia e gratitudine il cammino che Dio ti ha affidato, senza paragonarti agli altri, ma seguendo Gesù con fiducia e amore. Così, anche tu potrai essere testimone dell’amore e della misericordia del Signore nel mondo.
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