30 Giugno 2025 – COMMENTO AL VANGELO – Mt 8,18-22

Don Alessandro FaranoUncategorizedLeave a Comment

Lunedì della XIII settimana del tempo ordinario

Nel brano di Matteo 8,18-22, Gesù ci sorprende con la sua radicalità. A chi si offre di seguirlo, Egli risponde con parole che sembrano scoraggianti: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo.» E a chi vuole rimandare la sequela per occuparsi dei propri doveri familiari, dice: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti.»
Gesù non svaluta gli affetti o i legami umani, ma chiede che la sequela venga prima di tutto, senza esitazioni e senza condizioni. E’ la chiamata ad un amore totale, che chiede fiducia e abbandono. Pietro e Paolo, che abbiamo celebrato ieri, due uomini che hanno risposto a questa chiamata, lasciando tutto per Cristo.
Pietro ha lasciato le reti e la sua barca per diventare pescatore di uomini. Paolo ha lasciato il suo passato di fariseo zelante per annunciare il Vangelo ai pagani. Entrambi hanno sperimentato che seguire Gesù significa fidarsi più della sua Parola che delle proprie sicurezze. Come scrive san Gregorio Magno: «Nessuno segue veramente Cristo se non è disposto a rinunciare a tutto ciò che possiede.»
Questa è la logica del Regno: Dio non ci chiede qualcosa, ci chiede tutto – non per impoverirci, ma per renderci liberi e pieni di Lui.
Anche noi siamo chiamati a seguire Cristo ogni giorno, nelle scelte piccole e grandi, mettendo Lui al centro. Non sempre sarà comodo e spesso andrà contro la logica del mondo. Ma come Pietro e Paolo, anche noi possiamo scoprire che solo in Lui c’è pienezza di vita.
Un consiglio di fede pratica: ogni mattina, prima di cominciare le nostre attività, offriamo al Signore la nostra giornata con questa semplice preghiera: «Gesù, oggi voglio seguirti dove Tu mi conduci. Aiutami a scegliere Te prima di ogni altra cosa.» Questo piccolo gesto quotidiano può diventare una via concreta per vivere la sequela nella realtà di ogni giorno, con lo stesso amore radicale di Pietro e Paolo.

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